giovedì 21 febbraio 2013

And the winner is Kevin Spacey

Come una sottile foglia che cade da un albero nel silenzio più assoluto guardavi il mondo con i tuoi smeraldi coperti da un coperta metallica. Proprio come lei era invisibile agli altri motori del mondo, eppure sempre come lei eri così essenziale. Nei tuoi occhi venivano filmati i capolavori più irripetibili, il cinema di qualità migliore di tutto il mondo, anche di quello asiatico. Nelle tue orecchie così normali, passavano i capolavori più conosciuti e quelli meno conosciuti, per te Jimmy Page inciderebbe personalmente una colonna sonora. Ma lo farebbe di nascosto, proprio come tu produci la tua interminabile opera. Il più grande Kolossal che il mondo intero abbia mai visto, lo produrrai così, stando seduto a osservare il mondo. Con smeraldi e rubini, con neve e erba gatta, con porcini e cartoncini. Ascolterai in religioso silenzio ciò che la Fender Stratocaster produrrà per te sarà qualcosa di unico, sarà il livello successivo alla perfezione, sarà quello che ogni critico sogna di ascoltare mentre sorseggia il suo Salvatore's legacy seduto nel privé del Salvatore at Playboy di Londra.
Quello che il mondo conosceva come droga, sarà un lontano ed interminabile ricordo, tu saprai ricreare in maniera paragonabile solo alla Cappella Sistina, ogni effetto, ogni interminabile sfumatura che oggi e cervelli di intere generazioni fortunate hanno vissuto e sperimentato sulla loro pelle.
Perché la tua semplicità sarà la sofisticatezza più grande quella più importante quella delle star, delle persone vere, i geni nel vero senso della parola, non gli schiavi della scienza vani peccatori e abusatori di questa parola così chiara.
Come una musa sa tirare fuori dal suo ispiratore quel qualcosa che lo rende speciale, tu saprai tirare fuori da ogni singolo concetto di questo mondo quel qualcosa, saprai immergere ognuno degli spettatori nello spettacolo più crudo, più chiaro e più potente che essi abbiano mai visto.
Voleranno nei casinò più estrosi di Las Vegas, Skateranno per le strade più piacevoli di Malibù, osserveranno i miracoli più limpidi della natura, trasportati dal candore delle tue braccia.
Come ad un concerto dei Pynk Floyd li attraverserai con le tue parole, ti impossesserai delle loro menti e le aprirai al 100% conscio dell'immenso potenziale che esse racchiudono. Come un lampo mostrerai guerre, paci, prosperità e devastazione, in un decupage che di magia. Sarai il tramite verso l'inconscio più psichedelico, verso la quarta, la quinta e la centesima dimensione. Mostrerai loro cosa significa guardare il mondo attraverso gemme uniche.
Il tuo cinema sarà l'edizione limitata della perfezione, sarà come un diamante raffinato da Leonardo Da Vinci, una Dea che si impossessa del tuo corpo, che risucchia in se stessa l'essenza di te e poi te la risputa addosso lasciandoti sciogliere nella tua intoccabile e paradisiaca degustazione.

And the winner is Kevin Spacey

Vogliamo fantasmi

Piste infinite di neve distruggono il nostro canale di sfogo. Come bestie feroci distruggiamo l'opera dell'inifnito. Cristalli esplodono nelle nostre giovani menti..mentre implodiamo in noi stessi, lontani dai nostri ricordi, fuggiamo dalle nostre paure dietro a sguardi mortali..lanciamo i nostri sogni in enormi piste da ballo dove diavoli lontani scommettono su chi cadrà prima al suolo.
Eccezionali colori tropicali riempono le città ormai grigie dall'inquinamento, un basso troppo forte per le nostre orecchie sembra seguire il nostro coraggioso suicidio assistito. Invecchiare è brutto ma l'alternativa è anche peggio. Scappiamo dalla morte su nuvole che non esistono, creiamo sfondi all'innocenza di alternativi infiniti. Siamo i predatori dei sogni. Nel deserto creiamo la verità..mentre un topo morto gioca a tennis con la nostra coscienza...ci trasportiamo nei luoghi remoti..dove rinchiudiamo le nostre vergogne..Pollokiani schizzi di verginità nascoste..gridiamo alla politica e alle lobby mentre rinchiudiamo i nostri piccoli corpi nelle loro enormi tasche così comode e accoglienti...

So easy..

Il silenzio era la stata la benzina della nostre emozioni...niente sembrava fermare la vena creativa, di così sublimi creature adolescenziali..il loro profumo inondava i boschi come un fresco odore di rinascita..La purezza che tanto ricerchiamo era solo un'illusione lontana..respirare con loro..questo mi rendeva felice...
Siamo demoni che inondano la notte con le loro figure...rendiamo la luna più luminosa del solito...il leggero tremore del nostro sguardo attira occhi di piccoli uomini..normali...ma sì sa la semplicità e la vera sofisticatezza
Il nostro corpo era solo una lucciola che cercava la propria sera, il momento in cui la mente psichedelica prendeva vita, la mescalina del nostro animo veniva fuori, eliminando prepotentemente le nostre paure. Siamo angeli destinati all'inferno, per poter immaginare sempre nuove fiamme..nuove sensazioni..brividi infiniti che distruggono il nostro corpo..così naturale...così lontano...
Fai un respiro, rotola nel mondo come un criminale, asociale, apatico malato terminale. Nel tuo fumo osservi il mondo alla ricerca dell'ispirazione. Ammiri con occhi carichi di fuoco la perfezione del creato che solo tu con il tuo sguardo sai rendere speciale. Ti mancherà la casa, il televisore, internet e quella carica di informazioni che ti surriscaldavano il cervello, che colmano l'infinita noia che era la tua paura più grande.
Scappiamo da questo tsunami che ci travolge, che tira fuori dai nostri incubi i nostri sogni e ci fa scorporare in mille particelle così forti...
Voliamo via da questo mondo..voliamo verso il cielo..blu specchio dell'oceano e dei nostri peccati..
Attacca la spina. Danza con il tuo spirito, connetti la tua anima al tuo sguardo, guarda con le emozioni non con gli occhi, droga il mondo come un pittore che inonda la sua tela, lascia che il tuo corpo crei l'arte, l'attraversi, la capisca lontana da quei bigotti così cari alle loro valutazioni, ai loro giudizi, ai loro vestiti. Immergiti come un'artista nella tua vita, liquido d'ispirazione, d'esperienza, di sensazioni e di colori. Viaggia su quei colori, sfiora i dipinti degli artisti, crea con le parole il tuo dipinto..corri verso l'infinito, la perfezione e l'etica.
Siamo animali, cultori del nostro subconscio, narcisisti puritani nelle loro colorate maschere liberali.
Anarchici soldati di un mondo nascosto, il mondo della verità della notte, il mondo che anima i corpi liberi dalle pelli false della società...lasciamo che polveri e liquidi inondino come un oceano le nostre menti..le apriamo come porte del Paradiso per lasciare che gli sguardi di docili scrutatori ammirino la perfezione, consci della nostra vanità di nobili palladini dell'arte, quella vera.
Amo te come non ho mai amato nessuno e non ci sarà nulla che potrò donarti per rendere omaggio alla tua creazione, ma custodirò gelosamente la tua linfa d'ispirazione sperando che un giorno accetterai come una dolce offerta il verde del mio sguardo. 

domenica 27 gennaio 2013

Rehab

Era solo un momento. Un istante destinato a scomparire.
Come le cose importanti quando la dopamina prende il possesso del tuo cervello. A volte prendersi una vacanza dalla vita reale non è un reato.
Le emozioni che viaggiano su treni della mente che non sono mai in ritardo, perché le tue emozioni arrivano sempre, che tu lo voglia o no. Lei, loro..in fondo gira tutto intorno alle persone, alle cose materiali, ma allora perché sparaflesciarsi il cervello con piante, con la chimica..per noi la verità è ciò che vediamo, ciò che tocchiamo...perché cercare all'infinito il concetto di smaterializzazione? Perché scindere all'infinito il sogno dalla realtà?!.
Non siamo macchine perfette, siamo conclusioni di esplosioni e dalla rinascita quelle esplosioni devono tornare a noi..vogliamo correre, correre all'infinito nell'universo su corposi Hamburger che distruggeranno il nostro fegato..carico di Vodka zuccherose.
Ricordiamo sempre i bei tempi passati, come sei il presente fosse solo un incubo da cui fuggire, lanciandoci nelle religioni più incredibili, nelle estremizzazioni più variopinte. Vogliamo cocaina, benzina e maledette barrette al cioccolato, vogliamo la chimica perenne. Scappare è il credo di ogni uomo alternativo che si rispetti..perché in fondo siamo tutti umani, devoti al sesso.
Diamanti che risplendono nel cielo, alieni intelligenti che ci ruberanno il futuro, così potremo ricordare ancora una volta quel passato così luccicante...
Alla ricerca di modelle dalle narici sanguinanti, alla ricerca di artisti parigini strafatti che aspettano solo noi per il prossimo tiro, per la prossima sniffata, per la prossima scarica in endovena. Alla ricerca del politico perfetto, quello che ruba sì, ma che ci fa sognare, con il suo completo d'alta sartoria ma quella sciarpa rossa radical chic che risplende nelle nostre pupille dilatate dai funghi allucinogeni.
L'alcool che tanto ci faceva ridere e che ora ci fa dire il nostro nome e cognome fin troppe volte in quei maledetti gruppi di recupero..perché andare oltre i 40 quanto alla fine già dopo i 30 vuoi tornare ai 18? Siamo tutti un po' Trainspotting, nessuno vuole il televisore del cazzo, la famiglia ordinata, vogliamo tutti scappare con il malloppo, perché il malloppo ci rende felici..
Ascolteremo all'infinito quel rif di Time to pretend, immaginandoci su lunghisse Chevrolet sulle strade del Nevada alla ricerca della nostra Las Vegas, quella dove vinci ai Casinò, quella dove ognuno di noi a il mondo ai suoi piedi, quella dove le droghe sono legali, dove il fegato è un bar e dove maledizione scopare non è un taboo.
Cerchiamo l'anarchia perché la democrazia c'è sempre stata stretta, siamo animali alla ricerca della preda, la morte dei sensi, dei nostri maledettissimi sensi, quelli che ci fanno sudare freddo fin dalla prima interrogazione, dalla prima litigata, scopata, sniffata, proprio come quando lei la prima volta te l'ha data e tu sciocco pensavi che sarebbe stato così per sempre.
Scappiamo sulla luna, quella di Kubrick...dove la polvere nasconde le paure e la solitudine le fortifica...
Noi abbiamo vissuto meglio dei nostri padri, lasciamo ai nostri figli un futuro migliore, quello dove il loro padre è morta a 27. Come i migliori.

venerdì 8 giugno 2012

Nel momento in cui capisci che tutto quello che ti ha sempre circondato, che tutte le realtà che ti hanno sempre riempito ogni singolo giorno, non sono altro che castelli di carta, ogni cosa crolla al primo respiro. La rabbia non è un emozione, non è un sentimento, non è assolutamente nulla. E' assuefazione, un conglomerato di ogni minima parte di te stesso che non aspetta altro che sgonfiarsi dopo essere esplosi come un bomba che distrugge ma non mira a nulla se non a distruggere. Ogni cosa è illuminata direte voi. No ogni cosa è buia, torbida, piena di bugie, di avversione. Non sento più niente e forse non vorrei far altro che scappare via. Eppure rimango sempre qui come se non ci fosse nient'altro da fare. Come se non sapessi che ci sono migliaia di vie d'uscita. Il mondo è sempre stato bello perché vario, ma a volte vorrei solo che si soffermasse per un po' sulle cose belle, stabili, immobili. Niente mi ha mai colpito come l'amore. Un sentimento che ti viene quasi insegnato dal tuo stesso corpo. E nulla c'entra l'amore di cui parlo con il sesso. L'amore di cui parlo è quello che tu provi per quelle persone che con te sono sempre state. Loro e soltanto loro sanno come amarti, come comprenderti, come prenderti. E solo loro sanno far crollare tutto nel peggiore dei tuoi incubi. Come un tornado che colpisce quei poveri castelli di carta, rendono le giornate buie, le notti fredde e insonni, e quel mondo che realtà ne ha fin troppa si immerge nei meandri più profondi del tuo io. Sei solo polvere che attende di essere spazzata. Ma vorresti solo che quella polvere che consideri sempre in eccesso rimanesse li, ancora un giorno, ancora un giorno. Nessuno è disposto realmente ad ascoltarti perché tutti sono solo disposti a fare i loro interessi. Nel giorno in cui la gente lo capira, saremo forse tutti un po' più uniti. 
Sei solo quanto non lo sei stato mai. Ma in realtà sei solo come lo sei sempre stato. Le unioni più strette vengono divorate pian piano dall'animo umano che non conserva più niente di razionale. Come se la carne da macello non avesse altro che bisogno di essere macellata. Vorresti sparire. Ma sai che forse non sei mai comparso.

lunedì 28 maggio 2012

SoHo, morte psichedelica

Piano dopo piano, l'adrenalina saliva. Come un condotto senza freni che collegava il mio cervelletto a tutto il corpo. Ero una fibrillazione unica. La stanza era spoglia, lui era li in attesa di un rapporto probabilmente. I suoi occhi prima del primo colpo erano incredibili, il dilatarsi quasi istantaneo delle sue pupille, lo stupore e poi la paura. Soprattutto la paura. Un colpo, un altro, un altro ancora, sangue che ricopriva quelle lenzuola così candide. Sangue sulle pareti, sangue dappertutto. Ora era peggio di carne da macello, un grumo di carne da macello, tendini spezzati, muscoli dilaniati, viso contratto. Era solo carne. I cristalli mi stavano invadendo il cervello, la cocaina li rendeva più limpidi, più chiari. Questo non era pagare per uccidere, questo era uccidere per uccidere. La vita era un concetto superato, un concetto antiquato per come la mia mente si era aperta. Un gioco assurdo, impensabile, proibito, aveva preso l'assoluto controllo su di me. Dilaniare questo sconosciuto era diventato quasi un obbligo per le mie mani. L'avevo preso, ucciso, buttato via come un giocattolo rotto. SoHo era stata teatro dei miei omicidi molte volte, mai un indizio, mai un errore, la perfezione di un drogato, l'ossesione dell'errore, che non può accadere. Osservare quella stanza piena di sangue mi ricordava la mia infanzia, un susseguirsi di curve che non erano altro che emozioni non capite, non colte, non ritrovate. O forse solo la ricerca di un delirio, una riproduzione vivida, nitida, del caos interiore che solo un bambino può contenere.
La ricerca infinita della perfezione doveva chiudere quel cerchio, dare l'ultimo colpo di pennello per quell'enso, quella firma che ormai contraddistingueva i miei crimini.
Il cerchio doveva chiudersi, l'Italia doveva essere l'ultima tappa.

domenica 13 maggio 2012

Party Love. Roma.

Calava, l'alcool, calava come non mai. Mai si era visto in tutta Roma un party più marcio. Shots shots shots everybody! Risuonava nelle mie orecchie mentre calavo l'ennesimo Jager bomb.
Ragazze di cui non conoscevo neppure il nome riempivano la mia bocca delle loro lingue. La gente saltava ovunque e dovunque; piscina, terra, tavoli. Era il delirio della ricchezza, del lusso più sfrenato. Lo status simbolo di quel mondo alla deriva. Lo spreco come obbiettivo di vita.
Potevo avere ogni sorta di cosa, droghe, donne, follie di ogni genere e tipo, eppure lei mi sfuggiva sempre.
Ogni festa, li con il suo sguardo impenetrabile, i capelli neri come il cielo nelle notti di pioggia. Occhi di puro vanto nobiliare, lapislazzuli che non smetti mai di guardare. L'amore che ti coglio un po' alla sprovvista, quando meno te lo aspetti..o forse quando sei meno razionale. 
Eppure lei resta li, come una stella che si ostina a splendere in quel cielo inquinato. Un vestito panna e nero, delicato e ricercato. Tu invece sei li, spaparanzato su una poltrona di un lercio indefinito, con il tuo abito d'arta sartoria che ormai è un vago ricordo d'eleganza. Per non parlare del tuo ciuffo, ridotto a una frangia spettinata e impregnata di sudore, alcolizzata quasi quanto te. Il baffetto ricercato e forse l'unica cosa che ancora ti distingue dal resto di quel marciume. Il naso chiede ancora pietà per la coca da bagno. La sciarpa Louis Vuitton è ormai un tenero asciugamano che adorna le tue spalle. 
Insomma caro Marco cosa vuoi offrire alla tua fiamma? Il verde del tuo sguardo. 
Ti alzi, ti risistemi con finta non curanza, accendi la sigaretta, uno due quattro passo e smeraldi e lapislazzuli si sfidano in un gioco di colori, nella notte dove il colore a reso tutto più nero. - Com'è che in un posto come questo c'è spazio per certi sprazzi di arte contemporanea?- esordisci. - Non so, in fondo l'arte è relativa.- Risponde saggiamente lei. Diavolo quanto devo vomitare. - O no un saggio conoscitore di opere qual è la mia figura ha il pieno controllo del sapere è sa quando gli viene proposto qualcosa di raro, non fuggire via da me, non scappare, non pensare che io sia il solito ricco egocentrico, lascia che io ti possa mostrare il mondo per quello che è realmente, un capolavoro nel quale tu sei una delle punte di diamante, una di quelle cose che ci fa ancora addormentare felici nelle notti di tormenta- Che fottuto poeta delle notte. -Come siamo poetici Casanova di Wall Street, ma il mondo per come lo vedo io è gia ampliamente ricco di bellezza anche senza il tuo aiuto, kiss kiss bang bang..- Non fece in tempo a finire la frase che il mio vomito stava invadendo la strada 4 piani più in basso dell'attico. Sentii solo la sua voce mormorare: -Bello il tuo mondo poeta-. 
Bella figura di merda. E vomitai ancora.